#Prima guerra mondiale
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TRA LE VERTEBRE
Il 4 novembre terminava quella carneficina che prese il nome di I Guerra Mondiale. Mio bisnonno Alfredo fu costretto a parteciparvi nonostante fosse una riserva. Era un bracciante analfabeta che non era mai uscito dal paese, bloccato dentro a quel sistema di sfruttamento che separa chi lavora la terra da chi la possiede. Gli tolsero la zappa e gli diedero un fucile per sparare contro altri sfruttati, a 350 km da casa. Partecipò alla battaglia sul monte San Marco, a est di Gorizia, oggi territorio sloveno. Gli austro-ungarici avevano allestito uno sbarramento che gli italiani tentarono di abbattere con perdite gravissime, senza mai raggiungere la cima. Fu colpito alla schiena durante la ritirata, mentre i suoi colonnelli incitavano ostinati all’attacco. Rimase invalido a vita. Furono 450.000 quelli che tornarono infermi o mutilati dalla “grande guerra.” Un massacro che spinse molti alla diserzione e all'autolesionismo. Mentre in Italia continuava la propaganda patriottica, nelle trincee c’era chi si forava i timpani coi chiodi per tornare a casa. Nel 1923 il re Vittorio Emanuele III inaugurò su quel monte un obelisco a ricordo della battaglia, opera che nel 1949 fu abbattuta dalla Lega della Gioventù Comunista Jugoslava. Lo stesso anno fu costruita una replica nel castello di Gorizia, rivolta simbolicamente verso il monte. Alfredo trascorse il resto della vita su una carrozzina di legno, tirando a campare. Morì nel 1942 con un pallino di piombo tra le vertebre. Fece in tempo a vedere il fascismo al potere e suo figlio, mio nonno Dino, partire per la seconda guerra. Morì senza conoscere il significato della parola libertà. A Forlì c’è una piazzetta che lo ricorda.
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" Poi recordo che era la matina del 2 novembre. Il bulletene di querra non parlavino altro che di una crante vittoria per l'italiane. Io sempre diceva fra me: «Che fosse brutto morire l'ulteme ciorne della querra…» Perché sempre ni morevino soldate. Così, quel giorno, antiammo sopra li montagno del picolo paese di Roceni*, e tutte li abitante delle campagni erino secure nostre nimice, e li oficiale ni dicevino: «State atente quanto entrate nelli case, che macare l'acqua vi puono avvelinare». E così pasammo la notata del 2 novembre. E come aciornavo quella benedetta ciornata del 3 novembre, che magare neanche nebia c'era, e c'era magare il sole, dall'aria abiammo visto passare tante apareche basse basse, che si vedievino magare li pilote, che butavino manefestine che c'era scritto: «L'Austria e la Cermania hanno perso la querra. La Francia valerosa, con li armate francese, hanno desfatto li armate tedesche. Il Bercio e l'Olanta si avevino librato». E noi tutte, vedento queste manesfestine, la faciammo a botte per poterene prentere più assai e bacialle e salvalle de portafoglio per recordo. E presemo coraggio e alecria e cantammo canzune e aballammo pietre pietre, immienzo a quelle monte.
Mentre più tarde, verso mezzociorno, hanno passato altre apareche che botavino altre manefestine, più belle ancora di quelle che avevino butato di matina, che dicevino: «Da oggi, il ciorno 3 novembre alle ore 3, soldate di tutte li corpe e di tutte li specie, ene proibito di sparare al nemico per fatte di querra, perché li austriece hanno abandunato tutte li arme e la 3 Armata ha ocupato Trieste, e Trento si allebrato da sola, perché li austriece hanno deposetato li arme»*. E così, recordo che quella ciornata, verso li ore 3, ci trovammo nel paese di Rocegni, e ci abiammo preso, doppo tante pene che avemmo visto, questa crante cioia! Che, con la contentezza e l'allicria, tutte piancemmo, penzanno che la querra era termenata, penzanno che restammo vive con questa sanquinosa querra! "
*Roncegno. ** Il cessate il fuoco fu fissato per le ore 15 del 4 novembre [1918].
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Vincenzo Rabito, Terra matta, a cura di Evelina Santangelo e Luca Ricci, Giulio Einaudi Editore (collana ET Scrittori), 2021¹², pp. 115-116.
[Prima Edizione: collana Supercoralli, 2007]
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Come vento cucito alla terra - Ilaria Tuti. La storia epica delle prime donne chirurgo durante la Prima Guerra Mondiale. Recensione di italianewsmedia.com
Come vento cucito alla terra è una nuova opera di Ilaria Tuti, autrice di successo già conosciuta per il suo romanzo Fiore di roccia.
Come vento cucito alla terra è una nuova opera di Ilaria Tuti, autrice di successo già conosciuta per il suo romanzo Fiore di roccia. In questo libro, l’autrice racconta una storia di grande intensità, ispirata a fatti reali e focalizzata sulla lotta per l’emancipazione e il coraggio di un gruppo di donne che sfidarono le convenzioni del loro tempo. La protagonista del romanzo è una chirurga…
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Grande Guerra, sul Crozzon di Lares riaffiorano i resti di un caduto austro-ungarico
ARCHEOLOGIA | Grande Guerra, sul Crozzon di Lares riaffiorano i resti di un caduto austro-ungarico È il terzo ritrovamento in quota nel giro di poche settimane
Elena Percivaldi I resti di un altro caduto della Grande Guerra, un soldato appartenente con molta probabilità all’Esercito austro-ungarico, sono riemersi in località Crozzon di Lares, in Val Rendena, a 3.100 metri di quota nel gruppo dell’Adamello. Il recupero è stato effettuato dai Carabinieri della Stazione di Carisolo e della Squadra di Soccorso Alpino Carabinieri di Madonna di…
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Storia della centenaria tenda di canapa che un giorno divenne museo
Claudio Gualandi e Linda Mazzoni, collezionisti ferraresi, nel 2006 acquistano una tenda di canapa della Croce Rossa Italiana “modello 1909”. Storia della coltivazione e produzione di questa pianta nel Ferrarese e di quella tenda divenuta museo itinerante (prima di fare ritorno a casa) di Andrea Musacci Siamo nel 2006, e Claudio Gualandi, da appassionato collezionista qual è, cerca sempre…
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[Gli incommensurabili][Raphaela Edelbauer]
Vienna 1914: Tra sogni e presagi, la vigilia della Grande Guerra Titolo: Gli incommensurabiliScritto da: Raphaela EdelbauerTitolo originale: Die InkommensurablenTradotto da: Manuela FrancesconEdito da: RizzoliAnno: 2024Pagine: 320ISBN: 9788817184274 La trama di Gli incommensurabili di Raphaela Edelbauer Edifici a perdita d’occhio, ciminiere fumanti, carrozze che scampanellano impazzite su…
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CHI HA FINANZIATO I FASCISTI E I NAZISTI
di Redazione “Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un po’ più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto”. Dr. Nicholas Murray Butler (Elizabeth, New Jersey 1862 -New York 1947) – Presidente dell’Università di…
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Il Tempo e le Anime (A mio padre e a mia madre) - Parte nona
Le carte del Mago per leggere il destino si chiamavano Navalde ed erano assai differenti dai tarocchi, ancestrali e lontani echi del misterioso Libro di Thot: esse non avevano Semi, Onori, Trionfi e Matto ma rappresentavano le persone, gli animali, gli oggetti, le situazioni, gli stati d’animo più ricorrenti nell’esistenza umana; come i tarocchi avevano doppio significato, quello evidente…
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10 dicembre 1917, i MAS affondata la corazzata austroungarica Wien
Impostata nel 1893 e varata nel 1895 nei cantieri dello Stabilimento Tecnico Triestino di San Rocco, la Wien era una delle tre navi da battaglia tipo pre-dreadnought della classe Monarch in servizio con la k.u.k. Kriegsmarine, la marina militare dell’Impero Austroungarico. Le altre due unità con un dislocamento di poco meno di 6 mila tonnellate ed armate con 4 cannoni Škoda da 24o mm, 6 pezzi da…
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Aneddoti “militari”…
Padre Pio da Pietrelcina passò anche per Napoli. E non lo fece in vesti religiose, bensì da soldato, durante la prima guerra mondiale. Continue reading Untitled
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“ Carismatico, coraggioso, indomito, Lussu è un figlio della Sardegna più profonda. Nato ad Armungia nel 1890, laureato in Giurisprudenza a Cagliari, amatissimo comandante della brigata Sassari (nella prima guerra mondiale ha ricevuto ben quattro medaglie dopo quattro anni di trincea per azioni sull’altipiano del Carso e della Bainsizza), ex deputato del Partito sardo d’azione, ha pagato cara, fin lì, la sua militanza, ma ha anche ottenuto una gran bella vittoria su un regime che sembra inattaccabile. Capelli e occhi neri, slanciato, elegante, occhiali dalla montatura di metallo, baffi e pizzetto, sguardo ironico e tagliente, in quel periodo si fa chiamare ‘Mister Mill’ e vive in clandestinità. Agli occhi dei giovani dell’epoca, lo dice Joyce stessa, è un personaggio leggendario, per le gesta in Sardegna e per la sua avventurosa fuga da Lipari. I fatti della Sardegna sono questi: la sera del primo novembre 1926, centinaia di fascisti hanno assediato la casa dell’avvocato Lussu. Non è un’azione isolata, è solo una delle rappresaglie che bande di fascisti organizzano in tutta Italia – devastando case, sedi di giornali, picchiando e assaltando – non appena si è diffusa la notizia dell’attentato fallito a Mussolini, avvenuto il giorno prima a Bologna per mano del sedicenne Anteo Zamboni. Lussu, che è un antifascista, ha partecipato alla secessione dell’Aventino dopo l’assassinio di Matteotti, è antimonarchico, ha lavorato a un progetto federalista-rivoluzionario per unire azionisti, repubblicani e socialisti, è nel mirino dei fascisti della sua città: l’ordine è di saccheggiarne la casa e linciarlo sul posto. L’organizzazione dell’assalto, nella sede del fascio, è durata tutta la giornata per cui c’è stato tempo e modo, per Lussu, di ricevere informazioni da voci amiche e preparare una reazione. Gli amici gli consigliano di scappare ma lui decide di restare in casa, situata nella piazza più centrale di Cagliari, lasciandola ben illuminata, «per dare un esempio di incitamento alla resistenza».
Scende in strada per vedere che succede, sente gli squilli di tromba che chiamano a raccolta i fascisti mentre la piazza si fa deserta. Risale, manda via la domestica. La città continua a serrarsi, i negozi abbassano le saracinesche, i cinema si svuotano. Al ristorante vicino casa dove va a pranzare, il cameriere – che è stato un suo soldato durante la guerra e ora è diventato fascista ma nutre ancora grande rispetto del capitano – lo scongiura di partire subito. La sentenza contro Lussu è stata emessa e lo sa tutta Cagliari. Persino gli inquilini del suo palazzo, tra cui un magistrato di Corte d’appello, si chiudono e tacciono terrorizzati. «Incominciai a preparare la difesa. Un fucile da caccia, due pistole da guerra, munizioni sufficienti. Due mazze ferrate dell’esercito austriaco, trofei di guerra, pendevano al muro». Due giovani amici e compagni si presentano per aiutarlo ma lui li congeda senza discutere. Spegne la luce e si avvicina alla finestra. Assiste alla devastazione della sede della tipografia del giornale «Il Corriere» all’angolo, poi a quella dello studio dell’avvocato Angius. Quindi risuona il grido «Abbasso Lussu! A morte!». È sorpreso di riconoscere tra gli assalitori persone che conosce bene, di cui è stato amico o compagno di scuola. La colonna si divide in tre parti e l’attacco arriva da tre punti: una squadra sfonda il portone e sale dalle scale, una cerca di entrare da un cortile sul retro, l’ultima si arrampica dai balconi. «Confesso che, nella mia vita, mi sono trovato in circostanze migliori. I clamori della piazza erano demoniaci. La massa incitava gli assalitori dalle finestre con tonalità di uragano». Lussu lancia un primo avviso, grida «Sono armato!» da dietro le persiane. Poi, mira e spara al primo che arriva sul balcone. Un giovane fascista, Battista Porrà, colpito a morte piomba giù, sul selciato della piazza. Gli altri scompaiono in un lampo. Nonostante lo svolgimento dei fatti dimostri la legittima difesa (e infatti verrà assolto) e nonostante l’immunità parlamentare, Lussu viene portato in carcere. Ci vorrà un anno prima di arrivare a sentenza ma l’ordine di scarcerazione immediata è seguito da un ordine di domicilio coatto. Lussu è condannato alla pena di cinque anni di confino per misure di ordine pubblico e definito «avversario incorreggibile del regime». “
Silvia Ballestra, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, Laterza (collana I Robinson / Letture), 2022¹; pp. 31-33.
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Nell'ultima puntata del podcast, parliamo di Niente di nuovo sul fronte occidentale (Edward Berger, 2022).
Ci trovate su Spotify, Apple podcast e Google podcast 🎙️
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Fiore di Roccia di Ilaria Tuti: Un Romanzo che Celebra il Coraggio delle Portatrici della Prima Guerra Mondiale. Recensione di Alessandria today
La forza e la resilienza delle donne protagoniste della storia dimenticata del fronte alpino italiano.
La forza e la resilienza delle donne protagoniste della storia dimenticata del fronte alpino italiano. Recensione: Fiore di Roccia, romanzo di Ilaria Tuti, porta alla luce la storia delle Portatrici, donne friulane che durante la Prima Guerra Mondiale affrontarono con coraggio e sacrificio le montagne innevate per portare viveri, medicinali e munizioni ai soldati italiani al fronte. Con il loro…
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Dai ghiacci della Marmolada riemergono i resti di due fanti della Grande Guerra
SCOPERTE | Dai ghiacci della Marmolada riemergono i resti di due fanti della Grande Guerra I dettagli su Storie & Archeostorie
Elena Percivaldi Per oltre cent’anni hanno riposato sepolti nel ghiaccio della Marmolada, a 2.700 metri di quota, finché a trovarli è stato un tecnico delle funivie, che il 16 agosto ha visto i resti spuntare dalla neve nella zona di Forcella Serauta. A recuperare i corpi dei due soldati della Grande Guerra sono stati i carabinieri della Compagnia di Cavalese insieme ai colleghi della Guardia di…
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